Addio benzina e diesel: nei palazzi dell’Unione si valuta una mossa destinata a rivoluzionare l’intero comparto auto.
Il dibattito sulle alimentazioni tradizionali prosegue da tempo nei corridoi di Bruxelles, ma adesso la stretta potrebbe arrivare prima di quanto molti si aspettassero. L’orizzonte per l’addio ai motori termici, fissato da tempo al 2035, rischia di accorciarsi per chi gestisce flotte e autonoleggio.
Le prime indiscrezioni, giunte da fonti tedesche autorevoli, parlano di un’accelerazione che cambierebbe i piani, coinvolgendo direttamente l’intero settore delle flotte aziendali e del noleggio, che rappresenta la fetta più ampia del mercato europeo.
Succederà molto prima del previsto
I confronti all’interno delle istituzioni UE sono ancora accesi, ma le reazioni delle associazioni di categoria non si sono fatte attendere. I motivi: da una parte, le esigenze di chi con la mobilità lavora ogni giorno; dall’altra, le strategie comunitarie per la transizione verso una mobilità a zero emissioni.
Gli ultimi mesi hanno visto intensificarsi il confronto sulla possibilità di anticipare le regole per il mercato delle flotte e degli autonoleggi. Secondo quanto trapelato, la Commissione europea sarebbe pronta a proporre — già entro la fine dell’estate — l’obbligo di acquistare esclusivamente veicoli elettrici per società di noleggio e flotte aziendali a partire dal 2030.
Un cambiamento che, se confermato, imporrebbe uno stop a benzina e diesel ben cinque anni prima rispetto alla data pensata per gli automobilisti privati.
La Commissione aveva già messo sul tavolo, lo scorso marzo, la possibilità di fissare per le flotte una quota di elettriche del 75% entro il 2027 e del 100% entro la fine del decennio. Negli ultimi aggiornamenti, fonti UE hanno confermato che è in lavorazione un pacchetto di norme al riguardo, pur non svelando tempistiche definitive.
L’ipotesi, però, non piace a tutti: dai vertici europei delle società di leasing e noleggio arrivano forti critiche, con il rischio di penalizzare aziende e clienti senza che siano realmente pronte le infrastrutture, in particolare la rete di ricarica.
Anche le associazioni di categoria italiane manifestano contrarietà: si teme che un obbligo così anticipato non acceleri davvero la transizione, ma rischi piuttosto di rallentare il ricambio del parco auto. L’obbligo solo sulle flotte, infatti, creerebbe squilibri tra settore privato e quello aziendale, minando la competitività delle imprese e aggravando una situazione già complessa per l’industria automobilistica europea.
Le conseguenze su larga scala sono immediate: flotte e noleggio in Europa rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni. Una stretta anticipata avrebbe quindi un impatto enorme su tutto il comparto, incidendo sulle strategie dei costruttori e sulle scelte dei consumatori.
L’iter non è ancora chiuso: servirà il via libera sia dal Consiglio sia dal Parlamento UE. Ma la strada sembra segnata: per il mondo delle flotte, il conto alla rovescia è già scattato.
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