Il Gruppo Stellantis sta cambiando corso, ma ora arrivano dei nuovi problemi da risolvere con il Governo Meloni.
Non sono anni semplici per il settore dei motori, motivo per il quale i Governi di tutto il mondo stanno cercando in qualche modo di venire incontro alla crisi globale del settore. In Italia si parla moltissimo di come sarà rivoluzionato il settore, pensando come l’elettrico da solo non possa essere la soluzione.
La prima cosa che si deve fare è quella di tutelare i lavoratori, in modo tale da poter limitare l’annoso problema legato ai continui licenziamenti nel settore. Infatti il numero di operai e di metalmeccanici è sensibilmente diminuito, con la produzione di auto in Italia che è ai minimi storici.
Stellantis deve fare i conti anche con una profonda rivoluzione interna, con gli italiani che però vogliono avere delle risposte chiare e immediate. Il Governo Meloni punta anche a trovare dei nuovi marchi vogliosi di investire in Italia, per non rimanere vincolata solo a Stellantis, anche perché giungono delle notizie non certo positive.
Stellantis punta sul Marocco: potenziato lo stabilimento di Kenitra
In un periodo storico dove la produzione di Stellantis è ben lontana da quella sperata, arriva il primo segnale di cambiamento, ma non riguarda l’Italia e nemmeno la Francia. Per tornare a proporre dei prezzi concorrenziali sul mercato diventa dunque necessario puntare sempre di più sullo stabilimento marocchino di Kenitra.
L’intento è quello di arrivare a una produzione annua di 535 mila veicoli, il che dovrebbe concretizzarsi con una costante e continua crescita fino al 2029. Le vetture elettriche saranno essenziali per lo sviluppo di questo stabilimento, dato che proprio qui avverrà lo sviluppo di modelli come la Citroen Ami, la Opel Rocks-e o la FIAT Topolino.
Si parla di un investimento davvero molto consistente di ben 1,2 miliardi di euro, il che però fa storcere il naso all’Europa. La scelta non convince l’Italia e arrivano le critiche anche da parte di Carlo Calenda, con il leader di Azione che se la prende con il Ministro Urso, sottolineando come questi non avesse capito come la produzione sarebbe stata di un milione di veicoli, ma solo in Marocco. Una scelta che spiazza, ma che purtroppo è la logica conseguenza di un mercato che deve cercare di contenere i costi altissimi dell’elettrico.
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