Ancora brutte notizie per un’azienda molto nota nel mondo dei motori. C’è il serio rischio che si concretizzi una cessione, a seguito di una crisi che dura ormai da troppo tempo.
Le aziende italiane che operano nel settore dei motori non vivono anni semplici, e ciò vale tanto per le auto quanto per le moto. Una grave crisi si è ora aperta per Dainese, storico produttore italiano di equipaggiamento per le moto, ma anche per mountain bike, sport invernali e molto altro ancora. Fondata nel 1972 a Molvena, in Veneto, in provincia di Vicenza, è parte da qualche anno del colosso Carlyle.
Secondo quanto reso noto da Bloomberg in queste ultime ore, Carlyle sarebbe pronto a cedere l’azienda ai fondi creditori, ovvero Hps ed Arcmont, dopo una serie di annate deludenti e chiuse in perdita. L’ingresso di Dainese in Carlyle risale al 2022, con un’operazione dal valore di 630 milioni di euro, che aveva portato il gruppo a rilevare l’azienda veneta dal fondo Investcorp, che l’aveva acquistata dalla famiglia fondatrice.
Dainese, Carlyle valuta la cessione ai fondi creditori
La mossa di Carlyle non ha condotto ai risultati sperati, dal momento che il bilancio è sempre stato chiuso in rosso nel corso degli ultimi tre anni. Il 2024 si è chiuso con una perdita di 120 milioni di euro, su ricavi pari a 190 milioni di euro, in calo del 9,1% rispetto all’anno precedente. A fare la differenza in negativo è il rallentamento dei consumi ed una svalutazione dell’avviamento per 86 milioni di euro.
In modo da rispettare i vincoli finanziari imposti dagli accordi con i finanziatori, Carlyle ha dovuto ricapitalizzare per ben 15 milioni di euro. Le difficoltà, purtroppo per la storica Dainese, non sono terminate nel 2025, ed è per questo che già a maggio è iniziato un confronto tra Carlyle ed i fondi creditori, ovvero Hps ed Arcmont.
I due fondi avevano sostenuto l’operazione di acquisizione con un finanziamento privato da 285 milioni, ma il pagamento per la cedola, che era previsto per questi giorni, è stato rinviato, in modo da aiutare l’avanzata delle trattative. Si parla di un completo passaggio di proprietà ai due fondi sopracitati, e l’obiettivo è quello di rilanciare il marchio, salvaguardando però tutti i posti di lavoro. L’azienda veneta impiega ben 450 persone, ma l’operazione di acquisizione da parte dei fondi punta sul non modificare in alcun modo l’assetto della produzione. Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi della vicenda.
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