Non sono anni facili per il diesel in Europa, ma ora si va verso un pazzesco cambiamento.
Da anni si vede come l’Europa stia portando avanti un piano di azione che di sicuro non vede il diesel come una soluzione accessibile per il futuro. I blocchi si sono fatti sempre più severi, comportando logicamente non poche polemiche da parte degli automobilisti.
Il diesel è ancora oggi una soluzione sicuramente eccellente e al passo con i tempi, considerando infatti come sia possibile poter dare vita a un carburante biodiesel indubbiamente ecologico. Ecco dunque come mai si deve fare in modo che si pensi alla neutralità tecnologica e non di certo al fatto che ci si arrivi solo con l’elettrico.
Il problema infatti si fa anche di natura economica, considerando infatti come le auto elettriche siano chiaramente un grande aiuto per la Cina, con questa nazione che ha modo di attingere alle terre rare. Ecco allora come mai ora è tempo di dire addio alle ideologie e pensare alle cose concrete, con l’UE che sembra voler rivedere i piani futuri.
Regolamento UE emissioni 2025: arrivano grossi cambiamenti
Non si può pensare che al momento ci possano essere le condizioni per fare in modo tale che il mondo possa legarsi solo alla mobilità elettrica e anche l’Europa lo sta finalmente capendo. Lo si vede infatti come la Commissione Europea abbia deciso di dare il via a un processo di revisione del contestatissimo Green Deal.
L’intento infatti era quello di arrivare al blocco della produzione di auto termiche a partire dal 2035. A peggiorare il tutto vi sarebbe stato anche lo stop della possibilità di erogare carburante come benzina o gasolio dal 2050. Questo però sta distruggendo un settore di primaria importanza come quello automobilistico, soprattutto perché si sta dando una mano impressionante alla Cina.
Ora è chiaro come siano solo due i piani possibili da attuare. Il primo è cancellare tutto, ma potrebbe essere un danno ancora peggiore, visti gli immensi investimenti che sono state attuati negli anni. La soluzione più logica è quella di lasciar perdere qualsiasi blocco e iniziativa da parte delle istituzioni. La produzione delle auto è materia di ingegneri e tecnici che conoscono la materia e non certo di politici e burocrati che poco hanno a che fare con il settore. Secondo lo studio di Allianz Trade si rischia la perdita di 730 mila posti di lavoro e il gioco non vale di certo la candela.
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