La pista, disegnata dall’architetto Hermann Tilke, si snoda lungo le pittoresche vie di Baku. L’infinito rettilineo d’arrivo (oltre 2 km) permette di ottenere altissime velocità ma in generale tutta la pista è all’insegna del pedale acceleratore, come dimostra il 56 per cento della gara disputata a gas spalancato: in qualifica l’anno scorso Lewis Hamilton ha realizzato un giro ad una media di oltre 214 km/h.
Il tracciato presenta anche molte curve tecniche, come la 8 e la 15 in cui la precisione nella frenata è fondamentale per non picchiare contro i muri che in quei punti sono vicinissimi. Il layout prevede 4 curve iniziali a 90 gradi in cui i freni sono soggetti a grandi sollecitazioni e le successive in cui l’angolazione cambia di continuo e di conseguenza anche l’impiego dei freni.
Secondo i tecnici Brembo , che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.
L’impegno dei freni durante il GP
Le frenate più impegnative
Delle 11 frenate del Baku City Circuit Circuit 2 sono classificate come impegnative per i freni, 6 sono di media difficoltà e 3 sono light.
La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 3: le monoposto vi arrivano a 315 km/h e in soli 2,03 secondi scendono a 99 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 139 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono appena 56 metri, meno della lunghezza della gigantesca bandiera nazionale dell’Azerbaigian che sventola a Bayil.
Il carico sul pedale del freno è identico alla prima curva ma la diminuzione di velocità è inferiore così come il tempo di ricorso ai frenati: 1,79 secondi per passare da 317 km/h a 126 km/h. Di conseguenza è più breve anche lo spazio di frenata, 50 metri.
Molto lunga è anche la frenata alla curva 15: 51 metri e 1,89 secondi ma l’impegno richiesto al pilota è leggermente inferiore perché la decelerazione è di “soli” 4,6 g e il carico sulla leva del freno di 129 kg.