Honda, schiaffo all'elettrico: il colosso giapponese spiega il vero futuro dell'auto (Pixabay) - Reportmotori.it
Il colosso giapponese svela come sarà il futuro dell’auto. Ed è subito schiaffo all’elettrico da parte di Honda.
L’Europa, almeno da quanto sembra, sta andando nella direzione dell’elettrico, ma in Giappone hanno maturato un’idea diversa. Se la Commissione comunitaria ha stabilito che dal 2035 non potranno più essere diffuse vetture a benzina o a diesel mettendo fuori gioco anche le ibride, nel Paese del Sol Levante la strategia è ben diversa. Dopo un primo innamoramento, le zero emissioni hanno cominciato a perdere appeal e anche un colosso come Honda ha dovuto rivedere i propri piani. Prova ne è la revisione degli investimenti.
Stanziati 68 miliardi di dollari da dedicare agli EV, appena pochi mesi dopo, ha optato per tagliare tale cifra del 30%. E pensare che il gigante nipponico aveva stabilito che entro il 2030 la stessa percentuale dei suoi veicoli sarebbe stata a batteria, ma a fronte del recente cambio programma ciò non sarà più possibile. Il motivo di questa inversione di rotta non è comunque da leggersi nel disinteresse verso ciò che può abbattere le emissioni nocive, bensì per l’individuazione di metodi alternativi più convenienti come vedremo qui di seguito.
Pienamente convinta che il primo obiettivo da mettere a segno sia quello della neutralità carbonica, Honda ha confermato che proseguirà per quel sentiero per cui ha già fissato una personale data individuata nel 2050. In occasione di un’intervista al magazine australiano Drive, il CEO Jay Joseph ha sostenuto fuori dai denti che l’elettrico certo non risolverà questo specifico problema. “Il settore continuerà a migliorare e noi stessi stiamo lavorando su delle batterie allo stato solido, tuttavia non ci interessano i veicoli elettrici“, le sue parole.
“Quelli posso andare bene nel breve termine, ma noi puntiamo allo sviluppo anche di nuove tecnologie“, ha aggiunto. L’idrogeno resta il sogno. Un sogno che non vede impegnata soltanto la Casa dell’Ala Dorata, ma pure Toyota, Hyundai e perfino l’europea BMW. Proprio il produttore tedesco si sarebbe unito a quello delle tre ellissi per lanciare una cella a combustibile che sfrutta questa sostanza entro il 2028. La volontà però da sola non basta e al momento sono diversi gli impedimenti a partire dal costo elevato della tecnologia e dall’assenza di infrastrutture utili per effettuare il rifornimento.