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La Ford si ritrova costretta nuovamente ad avviare un azione di richiamo, che coinvolge un gran numero di veicoli peraltro. Andiamo a scoprire i dettagli sulla campagna appena resa nota.
Il mercato dell’auto è sempre più in crisi, tra calo della domanda da parte dei clienti, aumento dei costi di produzione, dazi e richiami. Quest’ultimo tema sta causando non poco guai a diversi marchi, che subiscono pesanti danni d’immagine ed ovviamente economici da queste procedure che sono costretti ad avviare. La Ford ha ormai maturato una certa esperienza nel campo dei richiami, come confermano gli inquietanti numeri più recenti.
Dopo aver richiamato milioni di veicoli nel corso del 2024, il colosso di Detroit ha avviato ben 88 campagne di richiamo nel primo semestre del 2025, battendo il precedente primato negativo di General Motors, che si era fermata a 77 ormai undici anni fa. Nelle prossime righe, andremo a scoprire il motivo del richiamo di ben 230.000 Ford, un’ennesima problematica che non può far altro che far discutere. La situazione è ormai fuori controllo.
Secondo quanto riportato dal sito web “Autoevolution.com“, una fonte solitamente molto affidabile per quanto riguarda questa tipologia di problematiche, la Ford dovrà richiamare 230.000 modelli tra Bronco e Bronco Sport per un problema di software. Ancora una volta, questa tipologia di guasti costringe il gigante dell’Ovale Blu a dover intervenire, causando non pochi grattacapi alla clientela.
Andando nel dettaglio, questo malfunzionamento causa problemi nel display del quadro strumenti, che potrebbe restare spento nonostante l’accensione del veicolo. Un guaio simile ha colpito di recente quasi un milione di Toyota, le quali rischiavano di lasciare il conducente del tutto al buio durante la marcia, sempre per problemi al software.
Per la precisione, sono 229.609 le Ford sottoposte alla nuova campagna di richiamo, che riguarda i modelli 2025 e 2026 di Bronco e Bronco Sport, i più recenti in assoluto. Le vetture in questione sono state prodotte tra il 31 di maggio del 2024 ed il 3 di novembre scorso. Il 68% delle vetture sottoposte alla campagna di richiamo, secondo le prime indagini, sarebbero suscettibili a questo problema.