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Il colosso dell’auto europea è in ginocchio: pronti altri tagli, si potrebbe bloccare tutto

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Giovanni Messi
Tempo di lettura: 2 minuti

Ancora brutte notizie in arrivo dal mercato delle quattro ruote in Europa. C’è il rischio che la produzione si blocchi e che tanti altri posti di lavoro possano saltare del tutto.

Si fa sempre più dura per il mondo delle quattro ruote, un settore che è del tutto in caduta libera e che dovrà cercare di reagire per evitare una fine che sembra scritta. La Volkswagen è probabilmente il gruppo più in difficoltà a livello europeo, non che Stellantis se la passi molto meglio, ma questo è ormai assodato.

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La Volkswagen ha già tagliato migliaia di posti di lavoro nel corso degli ultimi anni, chiuso fabbriche e ridotto i posti di lavoro, e l’eccessiva fiducia nel campo dell’elettrificazione non ha di certo aiutato il gigante di Wolfsburg. Nelle prossime righe, andremo ad analizzare quello che è il piano per il futuro del marchio, che non prevede azioni a favore dei lavoratori. La situazione appare segnata, ed i dipendenti rischiano seriamente di essere licenziati in passata da qui a pochi anni.

Volkswagen, addio a 35.000 posti di lavoro entro il 2035

Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la Volkswagen potrebbe tagliare ben 35.000 posti di lavoro da qui al 2035, nel tentativo di fronteggiare l’aumento dei costi di produzione, i problemi ulteriori provocati dai dazi USA e l’aumento delle spese legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali per la produzione delle vetture, come i microchip. I licenziamenti riguarderanno le 10 fabbriche tedesche, come reso noto dal quotidiano tedesco “Handelsblatt“, che difficilmente se ne esce con notizie di questa portata senza prima averne verificato la veridicità.

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Gli esuberi non saranno dei veri e propri licenziamenti forzati, ma saranno gestiti tramite piani di prepensionamento incentivato, con programmi di uscita volontaria. La Volkswagen raggiungerà così l’obiettivo di ridurre la sua forza lavoro in Germania, scendo da 130.000 a meno di 100.000 unità entro la prossima decade. Entro la fine degli anni Venti attualmente in corso, l’obiettivo è quello di licenziare già 20.000 lavoratori. Il calo degli utili degli ultimi anni ed il tracollo dell’ultimo biennio ha costretto la casa tedesca a queste misure estreme.