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ESCLUSIVA – Sicurezza nel motorsport, Paolo Delprato (Presidente Racing Force Group):” Temperature elevate nelle monoposto vero problema per i piloti”

Published by
Francesco Domenighini
Tempo di lettura: 4 minuti

Il mondo delle corse deve garantire la massima sicurezza e senza Racing Force Group non sarebbe lo stesso.

Il 28 ottobre abbiamo avuto il piacere di prendere parte all’evento di presentazione della nuova sede di Racing Force Group, il marchio leader mondiale per quanto riguarda la sicurezza nel mondo delle corse. Ora la struttura di Ronco Scrivia, in provincia di Genova, passa da 8 mila a 12 mila metri quadrati, migliorandosi per offrire il miglior prodotto possibile.

ESCLUSIVA – Sicurezza nel motorsport, Paolo Delprato (Presidente Racing Force Group): (Racing Force Group Press Media – reportmotori.it)

Una giornata nella quale ci siamo immersi nella storia delle corse, con la sede di Racing Force Group che mostra i caschi leggendari Bell Racing e le tute OMP, meravigliosi i cimeli riguardanti miti come Ayrton Senna o Michael Schumacher. In questa occasione abbiamo avuto modo anche di parlare con Paolo Delprato, Presidente e CEO di Racing Force Group, cercando di capire quello che sarà il futuro dei sistemi di sicurezza.

“Temperature basse possono evitare gli incidenti”

  • Da diversi anni c’è un grande sviluppo nell’ambito della sicurezza, ma ci sono ancora aspetti da dover limare. Nel motociclismo c’è il problema dei piloti che cadono al centro della pista, ma per le auto qual è quella difficoltà che si fatica a risolvere?

Negli ultimi decenni nel settore delle auto si sono fatti dei passi in avanti impressionanti. Una volta era il fuoco a essere il problema principale, e oggi non è da sottovalutare, ma con i sistemi di oggi diventa molto più gestibile il problema. Anche per quanto riguarda gli impatti si sono fatti enormi passi in avanti, con i sistemi di sicurezza, come il sedile, il casco, le cinture di sicurezza, siamo riusciti a creare una piccola cella di sicurezza sia per le monoposto che per le auto chiuse, come nei rally. Nonostante questo, seppur raramente rispetto a prima, succedono ancora gli incidenti mortali a causa di piccoli vuoti che ci sono da un punto di vista normativo, quindi i sistemi non proteggono ancora al 100% i piloti. Si sta cercando dunque di guardare a 360° il problema.

“Temperature basse possono evitare gli incidenti” (Racing Force Group Press Media – reportmotori.it)

Un altro aspetto che però va tenuto in considerazione oggi è quello della temperatura. Nel GP di F1 di Singapore i piloti sono arrivati alla fine del Gran Premio che erano distrutti. George Russell utilizzava per la seconda volta la nostra tuta maggiormente traspirante, vincendo la gara, dunque dobbiamo cercare di dare al pilota non solo la massima sicurezza, ma anche delle condizioni di comfort che possono portare a un miglioramento delle prestazioni. Ci sono studi che dimostrano come se un pilota guida in un abitacolo molto meno temperato rispetto al calore medio di una vettura da corsa, chi guida ha dei riflessi maggiori rispetto alla norma. Avendo minori tempi di risposta migliora le prestazioni e ha modo di evitare incidenti. Quello sul quale si deve lavorare ancora è la gestione delle temperatura all’interno dell’abitacolo, visto come in certi Gran Premi si raggiungano delle temperature folli.  In Federazione si sta iniziando a lavorare da questo punto di vista. C’è il Cooling System, anche se per me non è una soluzione, ma si sta lavorando in quella direzione.

“Ci sono due livelli normative diversi per la sicurezza”

  • Parlando proprio di differenza tra monoposto e vetture coperte, c’è una differenza strutturale tra le varie categorie?

Ci sono due normative di livelli di sicurezza, ma è invariata per caschi e tute. La differenza tra i due sistemi di sicurezza dipende dalla velocità che può raggiungere la macchina, dunque più è prestazionale e maggiori devono essere i sistemi di sicurezza. Io sono contrario a questo, perché tutte le categorie dovrebbe avere gli stessi sistemi di sicurezza. Cambia per quanto riguarda i sistemi di sicurezza, per esempio in F1 c’è una cella di sicurezza che protegge e il pilota e in più c’è sistema Halo che evita danni da eventi esterni, creato dal nostro Chief Technical Officer Andy Mellor. In questo modo il pilota è protetto quasi totalmente. Un’idea simile si è cercato di portarlo nelle vetture rally o GT3, dove il sedile resiste a impatti di 70G, così come le cinture di sicurezza, ci sono i roll-bar, ci sono le reti nei finestrini, in modo da proteggere anche negli impatti più importanti.

“Ci sono due livelli normative diversi per la sicurezza”(Racing Force Group Press Media – reportmotori.it)

“Asia e Paesi emergenti lontani dal nostro settore”

  • Da qualche anno a questa parte non sono mancate le novità per quanto riguarda l’avvento di nuove realtà dagli Stati emergenti. Nel vostro settore è cambiato qualcosa?

No, per noi non è cambiato niente, anzi la Pandemia ha limitato pochissime aziende che hanno provato a entrare nel nostro settore, il quale ha un mercato molto complicato. Si tratta di un mercato internazionale, vendiamo in 84 Paesi in tutto il mondo e dobbiamo avere dei tempi di produzione velocissimi. Un pilota se non ha tuta o casco la domenica non corre, dunque gli dobbiamo consegnare il prodotto e siamo obbligati. Per questo motivo aziende che sono lontane dal cuore del motorsport, come Europa e Stati Uniti, fanno grande fatica e ci sono delle barriere di entrata talmente alti che di fatto non ci portano ad avere dei competitor dal mercato asiatico, a differenza di quello che è successo per le auto.

Ringraziamo dunque Paolo Delprato e tutto il team di Racing Force Group per la bella chiacchierata, capendo più da vicino il mondo del motorsport in uno dei suoi aspetti principali come quello della sicurezza.