Rivian - Reportmotori.it
Ancora un taglio nel settore dell’automotive e questa volta arriva da un colosso americano. Il futuro è nelle mani dell’ultimo SUV.
Non si arresta affatto la crisi profonda che le aziende automobilistiche occidentali stanno affrontando e ingloba dei marchi che mai avremmo pensato di vedere in difficoltà. Anche un colosso americano che ha pochi rivali ha deciso di effettuare un taglio ponderoso e ciò è dovuto dalla risposta data dai potenziali clienti all’approdo sul mercato degli ultimi veicoli prodotti.
C’è un SUV che sembrava essere destinato a un futuro glorioso, ma che recentemente ha fatto registrare un calo nelle vendite preoccupante. Fu prodotto per la prima volta nel 2022, a partire da settembre, e nel 2024 (durante il quarto trimestre) aveva ottenuto ottimi risultati sul mercato. Si tratta dell’R1S e riuscì perfino a superare le aspettative effettuate da parte degli analisti per le consegne svolte, ma ora non è più così.
Durante il 2025, però, il colosso statunitense è stato costretto a rivedere, al ribasso, le sue previsioni di consegna per l’anno. Non è la prima volta che succede ciò, sicché a maggio gli analisti del marchio avevano già rivisto al ribasso i dati aggiornati in confronto a un’obbiettivo precedente.
Il SUV di medie dimensioni che potrebbe rilanciare il marchio statunitense è l’R2, super atteso e che potrà arrivare a breve sul mercato. Il lancio è previsto per la prima metà del 2026, mentre la sua linea di produzione ampliata avverrà all’interno dello stabilimento di Normal, nell’Illinois.
Brutte notizie, invece, per quanto riguarda il pick-up R1-T, il quale insieme al SUV R1S ha fatto registrare una diminuzione di interesse da parte dei potenziali acquirenti. Questa preoccupazione ha portato le azioni del colosso statunitense Rivian a subire una vertiginosa discesa del 10%. Tutto ciò ha portato a un taglio delle sue previsioni passando da quelle previste a maggio 2025, si prospettavano dalle 40.000 alle 46.000 consegne, a quelle più recenti, ferme tra le 41.500 e le 43.500 consegne.
Ma ciò che più stupisce è una previsione precedente che si attestava a 51.000 consegne per il 2025. Il taglio nelle previsioni è stato, quindi, vertiginoso, pur se nell’ultimo trimestre vi è stata un’impennata nelle vendite del 32%, dovuta in gran parte, però, alla premura degli acquirenti statunitensi, i quali si sono affrettati a bloccare i crediti d’imposta prima della loro scadenza.