L'auto che portò l'Alfa Romeo sull'orlo del fallimento: Agnelli la fece subito fuori, che disastro - Reportmotori.it
Quando Agnelli comprese che un’auto dell’Alfa Romeo stava portando al fallimento il marchio decise di accantonarla. Mossa da vero stratega.
Erano i primi anni ’80 e il marchio milanese doveva risanare dei conti che sembravano difficili da sistemare. Quando l’IRI, Istituto statale per la ricostruzione industriale allora proprietario dell’Alfa Romeo, decise di produrre un’auto che avrebbe potuto attecchire sul mercato italiano per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, non si rese conto dello sbaglio clamoroso che stava commettendo. Il veicolo che ne è scaturito ha quasi portato al fallimento il marchio, fino a quando non intervenne Gianni Agnelli e decise di metterlo da parte radicalmente.
Di fatto, quando la FIAT acquistò l’Alfa Romeo ereditò anche la suddetta auto, odiata dagli alfisti più puristi per via dei tanti cambiamenti estetici che possedeva, visto che molte parti della carrozzeria discostavano dall’eleganza del passato. Pur se in Italia non fu molto apprezzata e il numero di vendite portò a un vero collasso il marchio, in Giappone furono in molti ad acquistarla o a volerla.
In questo contesto, infatti, la joint venture voluta da parte dell’IRI con il marchio nipponico della Nissan, per poter produrre un’auto a basso costo e con dettagli tecnici che ricordavano (lontanamente) i modelli dell’Alfa Romeo, non fu affatto apprezzata dagli italiani. Il risultato fu un’auto consegnata al mercato nostrano che discostava dalle linee originali del marchio milanese e per questo motivo fu malvista da parte di molti appassionati e anche da Gianni Agnelli.
Tutte le auto meravigliose prodotte da parte della Casa di Arese sembravano esser offuscate da parte di un modello che ha fatto la storia, ma in negativo. Gianni Agnelli, infatti, sembrava molto preoccupato dall’andamento che questo modello aveva sul mercato e dopo che la FIAT acquisì l’Alfa Romeo, nel novembre del 1986, decise di bloccare immediatamente le sue vendite.
Il nome di quella che sembra esser stata l’auto dell’Alfa Romeo più odiata, a dirlo è stato anche un sondaggio della testata Il Sole 24 Ore, è quello di Arna. Questo nome fu preso in prestito dalla società creata nel 1980, con sede in Italia, Alfa Romeo Nissan Automobili S.p.A.
La Nissan donò all’Arna le sue linee spigolose, ben distanti da quelle più sinuose che hanno fatto dell’Alfa Romeo un’icona italiana nel mondo. Il motore boxer della Casa milanese era fuori discussione, ma ciò che la critica gli imputava era il suo scarso abbinamento al modello stesso. L’Arna fu costruita in versione L, a tre porte, SL, con 5 porte, e in versione sportiva TI a 3 porte e con motore 1.3 da 86 CV e una velocità massima pari a 170 km/h.