I motori delle Mazda (Ansa) Reportmotori.it
La Casa giapponese è tra le più amate dai cultori dei motori termici. Scopriamo il motivo e chi c’è dietro alla creazione delle Mazda.
Riuscire a emergere in un Paese in cui vi sono top brand come Toyota, marchio numero 1 al mondo per vendite, Honda, Nissan, Suzuki e tanti altri ha rappresentato una missione per una realtà come Mazda. Negli anni il brand è diventato un punto di riferimento, ma chiunque sarebbe rimasto schiacciato dallo strapotere degli altri colossi, salvo un’idea rivoluzionaria.
La Mazda Motor Corporation venne fondata a Fuchū, nella Prefettura di Hiroshima. Negli ultimi 25 anni, grazie a modelli che sono diventati best seller il marchio è diventato molto popolare anche alle nostre latitudini. Il motore Wankel è stata la chiave del successo. Il primo modello P360 Carol, equipaggiato con un quattro cilindri di soli 358 cm3 con albero a camme in testa, era già una enorme novità. I tecnici giapponesi produssero il motore rotativo, distinguendosi dalla massa.
Non solo arrivarono risultati di vendita convincenti, ma anche in pista la Mazda si tolse delle soddisfazioni, vincendo la 24 Ore di Le Mans nel 1991 con la 787B con motore quadrirotore. La Cosmo Sports 110S del 1967 avrebbe avuto una importanza capitale enorme negli anni avvenire. Il lancio della RX-7 segnò la vera svolta con oltre 800mila esemplari venduti. Il motore aveva due diverse versioni: aspirata o turbocompressa.
Un’altra auto della svolta fu la Mazda MX-5, ispirata alle spider inglesi, quali MG e Triumph. La piccola biposto divenne una delle spider più vendute di sempre, grazie a un prezzo top. Nella lunga lista non possono essere dimenticate le utilitarie 121, 323, la Mazda 2 e la 3. Nell’era dei SUV la Casa giapponese si è dimostrata una serie competitor.
La Mazda vanta due sedi principali in Giappone (a Hiroshima e a Hofu) e altri stabilimenti e centri di ricerca negli Usa, in Cina e in Russia. Con la sigla PSA DV rientra una vasta famiglia di motori diesel, realizzata a partire dal 2001, da una joint venture tra il gruppo francese PSA e la Ford. Quindi non solo motori 100% giapponesi.