FIAT Ferrari ecco il gioiello (FCA Heritage) - Reportmotori.it
Quella di cui vi parleremo oggi è un’auto a dir poco mitica, ma che ha lasciato ha molti un dubbio: è una FIAT o una Ferrari? Andiamo alla scoperta di questo gioiello.
Tra la FIAT e la Ferrari c’è sempre stato un legame particolarmente intenso, a partire dal 1967, quando l’accordo tra il Cavallino e la Ford saltò all’improvviso. Per il Drake era un momento difficile, e fu così che decise di accordarsi con GiannI Agnelli, cedendo il 50% della propria azienda alla casa di Torino, ma restando totalmente proprietario e responsabile a tutti gli effetti della gestione sportiva.
I due stipularono la partnership poco prima del Natale del 1968, ed a fare la differenza fu la richiesta di Enzo stesso nel mantenere l’autonomia del Reparto Corse, che l’Avvocato decise di concedere. Fu proprio Gianni ad imporsi, dal momento che il consiglio di amministrazione della FIAT stava per rifiutare. Ebbene, ora vi andremo a raccontare le vicende dell’auto che più di tutte ha unito i destini del Cavallino e della casa di Torino, un vero e proprio gioiellino che nacque per motivi davvero curiosi.
Tra il 1966 ed il 1972, la FIAT avviò la produzione della Dino, con Pininfarina che si occupò della Spider e Bertone della coupé. Il modello nacque a seguito di un accordo stipulato con la Ferrari, dal momento che il Cavallino aveva bisogno di costruire un numero ingente di motori Dino, così da poterli omologare per la partecipazione al campionato di Formula 2. Tali motori dovevano essere montati sulla Dino F2, iscritta a quella categoria.
La Ferrari produceva già la Dino 206 GT, ma a causa del suo prezzo elevato, c’erano pochi clienti in grado di acquistarla. Enzo Ferrari stipula così l’accordo con la FIAT per costruire una Dino destinata ad una clientela più ampia, e le due vetture avevano in comune il motore V6, ma nient’altro.
La vettura fu commercializzata con il nome di Dino 206 GT, solamente con il brand Dino e non con quello del Cavallino. Il motore era anteriore, con trazione posteriore ed avantreno a ruote indipendenti. La potenza era di 160 cavalli, un dato non da poco per quel periodo. La velocità massima toccò quota 205 km/h, ed ottenne dei discreti risultati in termini di mercato, restando così nella memoria di tutti gli appassionati. I collezionisti ancora la ricercano al giorno d’oggi.