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Industria dell’auto in caduta libera: oltre 50mila operai finiscono per strada, è una strage

Published by
Michelangelo Loriga
Tempo di lettura: 3 minuti

Quello che sta succedendo a livello internazionale nell’industria automobilistica è catastrofico. Un Paese in particolare ne sta soffrendo.

La situazione che si è venuta a creare a partite dal 2016 sembra essere irreversibile. I dati di vendite a livello internazionale dei marchi automobilistici europei, e non solo, sono calati vertiginosamente nel tempo. La concorrenza cinese sembra essere incontrastabile e a dirlo sono i numeri, i quali mettono in chiaro quanto alcuni Paesi stiano soffrendo particolarmente questo momento storico.

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Mentre le auto elettriche cinesi (con i marchi BYD, Geely, SAIC e Chery) sono fra le più richieste a livello internazionale, tutte le altre stentano a far decollare il settore. Le politiche effettuate per poter attuare la transizione ecologica sono state del tutto fallimentari per il settore automobilistico occidentale, anche perché sono migliaia gli operai che stanno perdendo posti di lavoro nel comparto.

Nel 2024, le esportazioni automobilistiche cinesi sono aumentate del 23%, toccando i 6,4 milioni di veicoli passeggeri, un valore superiore di ben 50 punti percentuali in confronto al secondo esportatore mondiale, ovvero il Giappone. In Europa e negli States, invece, le vendite non si sono mai completamente ristabilite dopo la catastrofica crisi affrontata durante la pandemia da COVID-19.

Crisi industria automobilistica, a rimetterci sono soprattutto gli operai e i dipendenti

Guardare i prodotti cinesi come un ostacolo è stato del tutto fallimentare e nel mondo automobilistico non ha portato affatto a ottenere buoni risultati in termini di vendite. Seguire l’esempio dei marchi e delle politiche effettuate nel Paese del Dragone potrebbe essere, invece, di buon auspicio per il futuro del comparto motoristico occidentale. Ad esempio, il mercato interno cinese beneficia di enormi incentivi e ciò permette ai cittadini di poter acquistare in massa i veicoli elettrici con conseguenze positive in termini di vendite. Inoltre, i costi di produzione più bassi e i prodotti finali con ottimo rapporto qualità/prezzo riescono a essere molto allettanti per gli acquirenti di tutto il mondo.

Crisi industria automobilistica, a rimetterci sono soprattutto gli operai e i dipendenti – Reportmotori.it

A subire particolarmente l’aggressività dei modelli asiatici in commercio, specie cinesi e giapponesi, è l’industria automobilistica tedesca. Tra giugno del 2024 e giugno del 2025, infatti sono stati eliminati ben più di 51.500 posti do lavoro. Più precisamente, parliamo di circa il 7% della forza lavoro complessiva presente nel comparto.

Numeri che fanno venire i brividi, specie se si pena che marchi storici come BMW, Mercedes-Benz, Volkswagen e Porsche hanno dovuto affrontare la situazione con un calo di vendite davvero marcato in tutto il periodo di crisi sopracitato. Ma non finisce qui, visto che sono a rischio tanti altri posti di lavoro. Come sottolinea un’indagine effettuata recentemente da parte dell’Ernst & Young, basata sui dati forniti da parte dell’istituto federale di statistica tedesco, sui 114.000 posti industriali persi in Germania, i tagli effettuati nel settore automobilistico sono circa la metà. Infine, il PIL tedesco in contrazione del -0,3% nel secondo trimestre del 2025, la domanda interna che non decolla e le tensioni commerciali con gli USA non aiutano affatto ad arrivare presto a un miglioramento della questione.