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Il colosso dell’auto elettrica è nei guai: dopo la bancarotta scatta un’altra batosta

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Giovanni Messi
Tempo di lettura: 2 minuti

Il settore dell’auto elettrica fatica a rilanciarsi, ed ora emergono nuovi dettagli preoccupanti. Uno dei brand più famosi in termini di produzione di batterie è sempre più in crisi e si mette male.

L’auto elettrica non convince per una serie di motivazioni ben note, a cominciare dai prezzi di listino di questi veicoli che vengono considerati ancora troppo elevati dalla clientela. Alcuni produttori hanno deciso di rinviare l’addio ai motori termici, tra cui anche Stellantis, gruppo che pare voler puntare sull’ibrido e non sulla totale elettrificazione.

Auto elettrica in mostra (ANSA) – Reportmotori.it

Al momento, produrre e vendere solo auto elettriche non è sostenibile, e sono molte le aziende che avevano fatto i cosiddetti “conti senza l’oste“. Un caso che sta diventando sempre più famoso è quello della svedese Northvolt, nata con l’obiettivo di dominare la scena e di costruire un impero nel campo delle batterie per le auto elettriche, ma che si è poi schiantata contro una durissima realtà. Dopo aver dichiarato bancarotta, i guai non sono ancora terminati, e la situazione si fa sempre più delicata.

Auto elettrica, vie legali per la Gigafactory Northvolt

La transizione verso l’elettrico in Europa continua a mietere vittime, e Northvolt si è ritrovata costretta a dichiarare bancarotta. Ora è naufragato anche il sogno di realizzare una Gigafactory in Canada, nella provincia del Québec. Il Governo di questa zona del paese ha infatti deciso di ritirare i finanziamenti da 7 miliardi di dollari locali, pari a 4,35 miliardi di euro al cambio attuale, che erano stati inizialmente erogati per costruire una fabbrica di batterie a Saint-Basile-le Grand e McMasterville, alle porte di Montreal.

Northvolt logo (ANSA) – Reportmotori.it

Il terreno che era stato scelto era grande quanto 318 campi da calcio, ma il piano pare è essere insoddisfacente a parere delle autorità locale. Come riportato da “Le Journal“, il procuratore generale si rivolerà alla Corte superiore, con l’obiettivo di recuperare una parte dell’investimento già effettuato, più gli interessi, per un totale dei 260 milioni di dollari. Non ci sarà niente da fare per i 270 milioni di dollari impegnati nella società.

La Northvolt ha duramente attaccato la decisione del governo del Québec, come si può comprendere nella nota rilasciata: “Considerati gli sforzi già compiuto ed ancora in corso per individuare un acquirente e parallelamente alla rigorosa gestione delle nostre finanze, è importante ricordare che Northvolt North America non è in bancarotta e dispone ancora di risorse finanziarie importanti per rilanciare il progetto grandioso.“.