Alfa Romeo logo (Pexels) - Reportmotori.it
Oggi faremo un passo indietro nel tempo per narrarvi la storia di una delle Alfa Romeo più incredibili di sempre. Era estrema in tutto e per tutto e con delle tecnologie super per l’epoca.
L’Alfa Romeo è un brand che, in quanto ad innovazioni, non aveva nulla da invidiare ai marchi stranieri nel corso del suo glorioso passato, capace di inventare soluzioni pionieristiche. Al giorno d’oggi, la sua gamma è interamente o quasi composta da SUV, e l’obiettivo è quello di rimpolpare ancor di più tale offerta nel prossimo futuro. Niente a che vedere con le origini ed il vero DNA della casa di Arese, purtroppo da tempo messo in disparte.
Tra le sue auto più incredibili, non possiamo non annoverare l’Alfa Romeo TZ Bertone Canguro, una vettura che non fu prodotta in serie, ma una vera e propria Concept Car realizzata nel 1964. Come ci dice il nome stesso, nel progetto fu fondamentale la mano di Bertone, la celebre carrozzeria fondata a Torino nel 1912, e che ci ha regalato innumerevoli gioielli. La TZ Canguro è una delle più clamorose mai realizzate.
L’Alfa Romeo TZ Bertone Canguro fu prodotta in un singolo esemplare ormai 61 anni fa, e misurava 3.900 mm in lunghezza, 1.600 mm in larghezza e 1.050 mm in altezza, con un passo di 2.200 mm. Il design fu curato da un emergente Giorgetto Giugiaro per Bertone, il quale fu capace di dotarla di un look eccezionale, quasi disegnato dal vento. Ed anche le soluzioni tecniche che furono adottate meritano di essere analizzate.
Fu infatti sviluppata sull’autotelaio a struttura tubolare della TZ, con un motore a quattro cilindri in linea di 170 cavalli di potenza massima, raggiunti 7.500 giri al minuto. La trazione è posteriore con cambio manuale a cinque rapporti. Innovativa la soluzione a superfici vetrate, incollate alle cornici della carrozzeria che derivava dal mondo dell’aeronautica. In questo modo, l’altezza della vettura fu ridotta a soli 1,05 metri.
La presentazione dell’Alfa Romeo TZ Bertone Canguro risale al Salone di Parigi del 1964, ma l’auto fu purtroppo distrutta pochi mesi dopo durante un test per la stampa, organizzato a Monza. Il modello venne giudicato troppo costoso e sportivo per essere prodotto in serie, e fu così che non ne vennero realizzati altri esemplari. Ciò che restava del modello restò per anni in un depositi di demolizione, per poi essere acquistato ad 80.000 lire da Hanns Ernst Rammensee, un collezionista tedesco. In seguito, il modello fu realmente restaurato dopo essere passato per le mani di un collezionista giapponese.